Lo studio Manetti Consulting, nella persona del suo socio Fondatore Massimo Manetti, vi parla dell IRPEF del 2024

Ci sono diversi tipi di tasse e imposte in Italia e, tra le più rilevanti, c’è l’IRPEF, conosciuto
anche come Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, che si colloca al centro del sistema
fiscale italiano.
Rientra tra le imposte obbligatorie per moltissime tipologie di lavoratori, sia chi risulta
dipendente, sia sulle tasse partita IVA dei lavoratori autonomi.
Questo va poi a sostegno dello Stato per permettergli il funzionamento di tantissimi servizi,
come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e molto altro.
Di recente se n’è sentito parlare molto in quanto sono previsti, nel 2024, dei cambiamenti
nelle sue norme soprattutto riguardo agli scaglioni per il suo calcolo.
In questo articolo, quindi, cercheremo di dare un quadro della situazione, spiegando di cosa si
tratta nello specifico e soprattutto quali saranno le novità IRPEF 2024.

  1. L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF)
    è un’imposta progressiva, il cui principio fondamentale è iscritto nell’art. 53 della Costituzione
    Italiana, il quale sancisce il sistema tributario basato sulla progressività.
    Questo significa che all’aumentare del reddito, l’aliquota applicata diventa più elevata e, di conseguenza, le tasse dovute allo stato.
    L’IRPEF è disciplinata dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce le
    regole per la determinazione del reddito imponibile e le aliquote da applicare.
    Si applica a diversi tipi di reddito, tra cui i redditi fondiari, di capitale, di lavoro dipendente
    (che includono anche i redditi di pensione), di lavoro autonomo, d’impresa e i redditi diversi
    elencati nell’articolo 67 del TUIR.
    Sono soggetti passivi dell’IRPEF sia le persone fisiche residenti in Italia che le persone fisiche
    non residenti, ma che comunque percepiscono redditi prodotti in Italia.
    Come funziona nel dettaglio e quali sono gli scaglioni
    L’IRPEF si basa su aliquote progressive, dove queste aumentano man mano che si percepisce
    un reddito maggiore.
    Nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) sono previste quattro diverse aliquote che si
    applicano a scaglioni di reddito specifici e, in particolare, fino al 2023 questi erano:
    23% per redditi fino a 15.000€.
    25% per redditi tra 15.000€ e 28.000€.
    35% per redditi tra 28.000€ euro e 50.000€.
    43% per redditi superiori ai 50.000€.
    Si tratta comunque di scaglioni che possono variare a seconda delle modifiche legislative e le
    manovre finanziarie attuali. Ciò che conta sapere, però, è che queste aliquote si applicano al
    reddito imponibile, ovvero quello ottenuto sottraendo dal complessivo le detrazioni previste.
    Inoltre, bisogna tenere presente che oltre all’IRPEF, possono essere previste addizionali
    regionali e comunali, che possono aggiungere ulteriori complessità al calcolo delle imposte.
    Irpef 2024: cosa succederà ad anno nuovo
    Il 2024 porterà significative novità per l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche in Italia, grazie
    alla riforma fiscale che entrerà in vigore il 1° gennaio.
    La principale modifica riguarda ad esempio il numero di aliquote, che passano da quattro a
    tre.
    Questa semplificazione consente di ridurre la complessità del sistema tributario, rendendo
    più chiara e trasparente la tassazione sul reddito per i cittadini.
    Tuttavia, si tratta anche di una semplificazione che comporta anche una riduzione della
    progressività del sistema, il che ha generato qualche critica, poiché alcuni temono che i contribuenti a reddito più alto possano beneficiarne eccessivamente.
    Insieme alla revisione delle aliquote,infatti, la riforma prevede una riduzione delle detrazioni
    fiscali per i contribuenti con un reddito complessivo superiore a 50.000€: una misura mira a
    rendere il sistema fiscale più equo, facendo in modo che il carico delle tasse sia distribuito in
    maniera proporzionale a tutti.
    L’obiettivo è far sì che chi guadagna di più contribuisca in misura maggiore al gettito fiscale
    complessivo, mentre chi ha redditi più bassi sarà alleggerito.
    Questo riequilibrio è ottenuto attraverso la rimodulazione delle aliquote e delle detrazioni.
    In particolare, per quanto riguarda le nuove aliquote IRPEF del 2024, queste saranno strutturate
    in questo modo:
    fino a 28.000€: aliquota IRPEF del 23%.
    oltre 28.000€ fino a 50.000€: aliquota IRPEF del 35%.
    oltre 50.000€: aliquota IRPEF del 43%.
    Questo comporterà delle modifiche importanti sulle tassazioni, anche in relazione non solo al
    livello di reddito ma anche per il lavoro svolto.
    In generale, i lavoratori dipendenti e autonomi con redditi medi e bassi vedranno un aumento
    della loro busta paga grazie alla riduzione dell’aliquota IRPEF sul secondo scaglione, mentre i
    contribuenti con redditi più alti subiranno il taglio delle detrazioni fiscali e non beneficeranno
    dell’accorpamento del primo scaglione.
    Una riforma che sta facendo discutere davvero molto, ma che non bisogna dimenticare essere
    stata messa in atto per sostenere la ripresa economica e ridurre il debito e il deficit pubblico.
    Trovare un equilibrio tra benefici per i redditi bassi e contenimento delle spese fiscali
    per quelli alti è una sfida delicata e l’obiettivo sarà, ancora, quello di migliorare il sistema
    senza creare nuove disparità, trovando un compromesso che soddisfi tutte le parti interessate.

Fonte il commercialista telematico